La Fattoria Alvaneta sorge nella splendida cornice lussureggiante del Vallo di Diano, dal 1998 Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
Natura gusto cultura
Ma questa struttura è molto più che una semplice fattoria: i proprietari, infatti, hanno ristrutturato questo antico casale, facendone una dimora accogliente, che racchiude in sé l'essenza della fattoria, dell'azienda agricola e dell'agriturismo...
MQ di agriturismo
anni di esperienza
ITINERARI
La Fattoria Alvaneta gode di una posizione privilegiata tra boschi di roverella e castagno, che disegnano intorno a lei numerosi sentieri e tratturi di singolare bellezza.
I nostri ospiti potranno effettuare escursioni naturalistiche tra fenomeni carsici, alberi secolari, grotte, ruscelli, sorgenti, cappelle rupestri e zone archeologiche.
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ITINERARI
La Fattoria Alvaneta gode di una posizione privilegiata tra boschi di roverella e castagno, che disegnano intorno a lei numerosi sentieri e tratturi di singolare bellezza.
I nostri ospiti potranno effettuare escursioni naturalistiche tra fenomeni carsici, alberi secolari, grotte, ruscelli, sorgenti, cappelle rupestri e zone archeologiche.
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The fresh new wine stories
estd 1970
Azienda Agricola FATTORIA ALVANETA
Il nostro agriturismo, un ambiente accogliente, accessibile e confortevole
Da fattoria-biologica a fattoria-accogliente, perché vivere la natura significa seguirla nei suoi passi, nei suoi cicli: allora perché non fermarsi e ammirare i frutti del proprio lavoro? Per assaporare ritmi lenti ma rigorosi e scandire le giornate secondo le regole dettate da Madre Natura, ecco perché La Fattoria Alvaneta ha aperto le sue porte a un soggiorno non solo mordi e fuggi, ma più lungo. La recente ristrutturazione del casale ha permesso di recuperare cinque camere da letto, accoglienti e ben arredate.
Fattoria didattica
Imparare le cose importanti, dalle cose semplici
1.
Educare bambini e ragazzi a un'alimentazione sana e a un consumo consapevole informandoli sulle tecniche di produzione e la qualità dei prodotti
2.
Promuovere l'attenzione per l'agricoltura a basso impatto ambientale e la tutela dell'ambiente stesso
3.
Diffondere i valori e la cultura del mondo rurale riducendo le distanze tra città e campagna e, al tempo stesso, valorizzando il ruolo dell'agricoltore
4.
Favorire la conoscenza della realtà locale e delle specificità del territorio
6.
Educare all'uso dei sensi come strumenti per valutare la qualità dei prodotti portati in tavola
Nei dintorni
La Certosa di San Lorenzo
La Fattoria Alvaneta dista pochissimi km dalla certosa più grande d’Italia, la Certosa di S. Lorenzo, conosciuta anche come Certosa di Padula, una tra le più famose al mondo.
Seguendo uno dei percorsi che si diramano dalla Fattoria sarà possibile compiere una piacevolissima passeggiata, per lasciarsi affascinare poi da questa splendida struttura architettonica e dai suoi spazi esterni…

1306
Fu fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e signore del Vallo di Diano, a partire da una grancia dell'abbazia di Montevergine, dedicata a S. Lorenzo, che rappresentò il nucleo originario del monastero certosino. La struttura ricorda l'immagine della graticola sulla quale il santo fu arso vivo.

1545
La Certosa di Padula ripropone la medesima struttura delle altre certose, con la divisione degli spazi tra "casa alta" (zona di residenza dei padri e di clausura) e "casa bassa" (luoghi di lavoro) e occupa una superficie di 51.500 mq. Al suo interno è custodito il più grande chiostro del mondo. La parte principale è in stile Barocco, ma sono state numerose le trasformazioni di epoca successiva, soprattutto dopo il Concilio di Trento (1545-1563).

1807
Nel 1807 la Certosa di San Lorenzo fu soppressa e i monaci costretti ad abbandonarla. Tutto il patrimonio artistico e librario, nonché le suppellettili, andarono quasi interamente dispersi. Dopo la partenza definitiva dei certosini nel 1866, la struttura conobbe un periodo di totale abbandono e nel corso della seconda guerra mondiale fu utilizzata come campo di concentramento. Nel 1882 fu dichiarata monumento nazionale, ma soltanto nel 1982 fu avviata un'attenta opera di restauro e recupero da parte della Sopraintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Salerno.

Oggi
Oggi la Certosa ospita al suo interno il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, che conserva reperti provenienti dalle vicine aree archeologiche.

La Certosa ritrovata
Di grande importanza è la mostra "La Certosa ritrovata", allestita ogni anno nella galleria della passeggiata coperta, dove i visitatori possono ammirare arredi, suppellettili, quadri e altro materiale ritrovato e restaurato. La mostra viene inaugurata il giorno di S. Lorenzo e rimane aperta per 3 mesi. Questa mostra dà risalto, inoltre, al patrimonio artistico del Vallo di Diano, grazie al restauro di opere legate alla cultura del territorio. Una sbirciatina fuori dalle finestre della galleria offre una splendida vista del Chiostro Grande e del centro storico di Padula.
1.
Fu fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e signore del Vallo di Diano, a partire da una grancia dell'abbazia di Montevergine, dedicata a S. Lorenzo, che rappresentò il nucleo originario del monastero certosino. La struttura ricorda l'immagine della graticola sulla quale il santo fu arso vivo. Dell'impianto più antico oggi rimangono solo pochi elementi: tra questi meritano di essere ricordati le volte a crociera della chiesa e il maestoso portone datato al 1374.
2.
La Certosa di Padula ripropone la medesima struttura delle altre certose, con la divisione degli spazi tra "casa alta" (zona di residenza dei padri e di clausura) e "casa bassa" (luoghi di lavoro) e occupa una superficie di 51.500 mq. Al suo interno è custodito il più grande chiostro del mondo. La parte principale è in stile Barocco, ma sono state numerose le trasformazioni di epoca successiva, soprattutto dopo il Concilio di Trento (1545-1563).
3.
Nel 1807 la Certosa di San Lorenzo fu soppressa e i monaci costretti ad abbandonarla. Tutto il patrimonio artistico e librario, nonché le suppellettili, andarono quasi interamente dispersi. Dopo la partenza definitiva dei certosini nel 1866, la struttura conobbe un periodo di totale abbandono e nel corso della seconda guerra mondiale fu utilizzata come campo di concentramento. Nel 1882 fu dichiarata monumento nazionale, ma soltanto nel 1982 fu avviata un'attenta opera di restauro e recupero da parte della Sopraintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Salerno.
4.
Oggi la Certosa ospita al suo interno il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, che conserva reperti provenienti dalle vicine aree archeologiche.
5.
Di grande importanza è la mostra "La Certosa ritrovata", allestita ogni anno nella galleria della passeggiata coperta, dove i visitatori possono ammirare arredi, suppellettili, quadri e altro materiale ritrovato e restaurato. La mostra viene inaugurata il giorno di S. Lorenzo e rimane aperta per 3 mesi. Questa mostra dà risalto, inoltre, al patrimonio artistico del Vallo di Diano, grazie al restauro di opere legate alla cultura del territorio. Una sbirciatina fuori dalle finestre della galleria offre una splendida vista del Chiostro Grande e del centro storico di Padula.

1306
Fu fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e signore del Vallo di Diano, a partire da una grancia dell'abbazia di Montevergine, dedicata a S. Lorenzo, che rappresentò il nucleo originario del monastero certosino. La struttura ricorda l'immagine della graticola sulla quale il santo fu arso vivo.

1545
La Certosa di Padula ripropone la medesima struttura delle altre certose, con la divisione degli spazi tra "casa alta" (zona di residenza dei padri e di clausura) e "casa bassa" (luoghi di lavoro) e occupa una superficie di 51.500 mq. Al suo interno è custodito il più grande chiostro del mondo. La parte principale è in stile Barocco, ma sono state numerose le trasformazioni di epoca successiva, soprattutto dopo il Concilio di Trento (1545-1563).

1807
Nel 1807 la Certosa di San Lorenzo fu soppressa e i monaci costretti ad abbandonarla. Tutto il patrimonio artistico e librario, nonché le suppellettili, andarono quasi interamente dispersi. Dopo la partenza definitiva dei certosini nel 1866, la struttura conobbe un periodo di totale abbandono e nel corso della seconda guerra mondiale fu utilizzata come campo di concentramento. Nel 1882 fu dichiarata monumento nazionale, ma soltanto nel 1982 fu avviata un'attenta opera di restauro e recupero da parte della Sopraintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Salerno.

Oggi
Oggi la Certosa ospita al suo interno il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, che conserva reperti provenienti dalle vicine aree archeologiche.

La Certosa ritrovata
Di grande importanza è la mostra "La Certosa ritrovata", allestita ogni anno nella galleria della passeggiata coperta, dove i visitatori possono ammirare arredi, suppellettili, quadri e altro materiale ritrovato e restaurato. La mostra viene inaugurata il giorno di S. Lorenzo e rimane aperta per 3 mesi. Questa mostra dà risalto, inoltre, al patrimonio artistico del Vallo di Diano, grazie al restauro di opere legate alla cultura del territorio. Una sbirciatina fuori dalle finestre della galleria offre una splendida vista del Chiostro Grande e del centro storico di Padula.
IL ristorante
Due ampie sale, un caminetto e un forno a legna, una vista spettacolare sulle verdeggianti colline del Vallo di Diano…ed ecco che siamo nel ristorante della Fattoria Alvaneta, dove in tavola sono serviti natura e tradizione, con un contorno gustoso di impeccabile e accogliente ospitalità.
Al ristorante della Fattoria, avvolti da un’atmosfera calda e accogliente che profuma di casa, è possibile gustare piatti squisiti e adatti a soddisfare ogni esigenza. Il menù include, infatti, piatti pensati per vegetariani, celiaci e vegani, nel rispetto delle loro abitudini e scelte alimentari.
IL ristorante
Due ampie sale, un caminetto e un forno a legna, una vista spettacolare sulle verdeggianti colline del Vallo di Diano…ed ecco che siamo nel ristorante della Fattoria Alvaneta, dove in tavola sono serviti natura e tradizione, con un contorno gustoso di impeccabile e accogliente ospitalità.
Al ristorante della Fattoria, avvolti da un’atmosfera calda e accogliente che profuma di casa, è possibile gustare piatti squisiti e adatti a soddisfare ogni esigenza. Il menù include, infatti, piatti pensati per vegetariani, celiaci e vegani, nel rispetto delle loro abitudini e scelte alimentari.
















