FATTORIA ALVANETA Padula Ristorante Agriturismo Fattoria Didattica a a

La Fattoria Alvaneta sorge nella splendida cornice lussureggiante del Vallo di Diano, dal 1998 Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Natura gusto cultura

Ma questa struttura è molto più che una semplice fattoria: i proprietari, infatti, hanno ristrutturato questo antico casale, facendone una dimora accogliente, che racchiude in sé l'essenza della fattoria, dell'azienda agricola e dell'agriturismo...

Azienda Agricola

Il nostro agriturismo, un ambiente accogliente, accessibile e confortevole

Da fattoria-biologica a fattoria-accogliente, perché vivere la natura significa seguirla nei suoi passi, nei suoi cicli: allora perché non fermarsi e ammirare i frutti del proprio lavoro?
 Per assaporare ritmi lenti ma rigorosi e scandire le giornate secondo le regole dettate da Madre Natura, ecco perché La Fattoria Alvaneta ha aperto le sue porte a un soggiorno non solo mordi e fuggi, ma più lungo.
 
La recente ristrutturazione del casale ha permesso di recuperare cinque camere da letto, accoglienti e ben arredate.


Fattoria didattica: IMPARARE LE COSE IMPORTANTI DALLE COSE SEMPLICI

1

Educare bambini e ragazzi a un'alimentazione sana e a un consumo consapevole informandoli sulle tecniche di produzione e la qualità dei prodotti

2

Promuovere l'attenzione per l'agricoltura a basso impatto ambientale e la tutela dell'ambiente stesso

3

Diffondere i valori e la cultura del mondo rurale riducendo le distanze tra città e campagna e, al tempo stesso, valorizzando il ruolo dell'agricoltore

4

Favorire la conoscenza della realtà locale e delle specificità del territorio

5

Educare all'uso dei sensi come strumenti per valutare la qualità dei prodotti portati in tavola

nei dintorni

Fu fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e signore del Vallo di Diano, a partire da una grancia dell'abbazia di Montevergine, dedicata a S. Lorenzo, che rappresentò il nucleo originario del monastero certosino. La struttura ricorda l'immagine della graticola sulla quale il santo fu arso vivo.

La Certosa di Padula ripropone la medesima struttura delle altre certose, con la divisione degli spazi tra "casa alta" (zona di residenza dei padri e di clausura) e "casa bassa" (luoghi di lavoro) e occupa una superficie di 51.500 mq. Al suo interno è custodito il più grande chiostro del mondo.
La parte principale è in stile Barocco, ma sono state numerose le trasformazioni di epoca successiva, soprattutto dopo il Concilio di Trento (1545-1563).

Nel 1807 la Certosa di San Lorenzo fu soppressa e i monaci costretti ad abbandonarla. Tutto il patrimonio artistico e librario, nonché le suppellettili, andarono quasi interamente dispersi. Dopo la partenza definitiva dei certosini nel 1866, la struttura conobbe un periodo di totale abbandono e nel corso della seconda guerra mondiale fu utilizzata come campo di concentramento.
Nel 1882 fu dichiarata monumento nazionale, ma soltanto nel 1982 fu avviata un'attenta opera di restauro e recupero da parte della Sopraintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Salerno.

Oggi la Certosa ospita al suo interno il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, che conserva reperti provenienti dalle vicine aree archeologiche.

Di grande importanza è la mostra "La Certosa ritrovata", allestita ogni anno nella galleria della passeggiata coperta, dove i visitatori possono ammirare arredi, suppellettili, quadri e altro materiale ritrovato e restaurato. La mostra viene inaugurata il giorno di S. Lorenzo e rimane aperta per 3 mesi.
Questa mostra dà risalto, inoltre, al patrimonio artistico del Vallo di Diano, grazie al restauro di opere legate alla cultura del territorio.
Una sbirciatina fuori dalle finestre della galleria offre una splendida vista del Chiostro Grande e del centro storico di Padula.