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Storia della fattoria didattica

logo fatt did reg campLa prima fattoria didattica è nata agli inizi del XX secolo nei Paesi scandinavi, in particolare in Norvegia, Danimarca e Svezia, dove era già diffusa l'usanza di insegnare agli abitanti delle città la vita di campagna.

Il fenomeno ha tratto ispirazione da un movimento sorto nel 1914 negli Stati Uniti, denominato Club 4H (head-testa, health-salute, heart-cuore e hand-mani). Lo slogan del Club 4H, affermatosi poi anche in Europa, era "learn to do by doing" (imparare facendo).
Il progetto si è diffuso in altri Paesi dell'Europa, soprattutto Germania, Gran Bretagna e Belgio, a partire dagli anni Settanta, per poi sbarcare in Italia negli anni Novanta.

La prima regione italiana ad accogliere l'idea della fattoria didattica è stata l'Emilia-Romagna, che nel 1997, grazie alla cooperativa Alimos, ha visto nascere sul proprio territorio la prima rete delle Fattorie Didattiche. L'anno successivo, la Regione con le sue 9 Province ha avviato il progetto "Fattorie Aperte e Fattorie Didattiche", che oggi conta più di 300 fattorie accreditate, firmatarie della "Carta della Qualità", il primo documento in Italia in cui sono indicati i requisiti necessari per diventare fattoria didattica.

Con il tempo il concetto di fattoria didattica si è diffuso in diverse regioni italiane, avviando una stagione di crescita sia nei numeri che nella qualità dei servizi offerti da aziende agricole e agriturismi accreditati.
Nel nostro Paese sono le singole amministrazioni regionali a decidere quali fattorie possono diventare "didattiche", sulla base di precisi requisiti considerati essenziali e contenuti nelle carte regionali stilate sul modello della Carta della Qualità dell'Emilia-Romagna.
Anche la Regione Campania ha redatto una propria Carta della qualità e la Fattoria Alvaneta ha conquistato il suo posto nell'albo regionale delle fattorie didattiche.